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Come distinguere un buon BIM

Come distinguere un buon BIM

Si parla molto dell’importanza del BIM, si parla molto del suo apporto strategico, si parla molto della necessità dell’adozione… se ne parla molto, forse troppo e lo si vede all’opera troppo poco per poter imparare a giudicarlo, a richiederlo e a dargli un valore economico. Eppure se non riusciamo a dargli un valore, non potrà essere un elemento di innovazione da associare all’opera, non potrà fare la differenza, ma resterà solo un requisito.

Spesso si tende a creare sovrastrutture tecnologiche eccessive sul BIM, tralasciando il suo vero significato e relegandolo in un ambito specialistico, di nuovi adepti e che crea un po’ un alibi per darci ancora spazio di manovra sulle digressioni teoriche.

A questo punto la risposta ad una domanda così profana come questa: “come si distingue un buon BIM” potrebbe aiutare a riportare a terra una questione che è quella centrale: a cosa serve il BIM? Provo a rispondere tornando ad argomenti cari ad un management classico: il BIM è un DSS Decision Support System, cioè sono informazioni strutturate che permettono di prendere decisioni.

Quanto è buon un modello BIM? Quanto è in grado di aiutare a prendere decisioni.

Sembra di aver spostato solo il problema: quali decisioni?

Tutte le decisioni che servono nelle varie fasi del ciclo di vita dell’opera. Le scelte progettuali, le scelte realizzative, le scelte per essere compliant alle varie norme, le strategie di gestione, le strategie di ristrutturazione e di ottimizzazione consumi. Serve a definire meglio le performance attese e quelle raggiunte, serve a preventivare e costi e poi a consuntivarli. Certo non da solo; non è la panacea di tutti i mali, ma costringe, già nella sua definizione, a pensare a tutte le discipline e alle fasi successive.

Quindi quanto è buono un BIM?
Tanto quanto permette a tutti gli attori di prendere le decisioni che servono nei loro ambiti di competenza.

Non vogliamo essere fraintesi, il BIM è un elemento di integrazione con molti altri elementi ed applicazioni, come succede in qualsiasi campo della gestione aziendale, ma il suo ruolo è centrale ed è quello di permettere l’interscambio dei dati fondamentali.

E’ un buon BIM se puoi coordinare tutte le discipline in fase di progettazione, se puoi preparare un progetto logistico di cantiere, se puoi progettare la sicurezza del cantiere, se puoi simulare scelte di materiali e componenti e verificarne l’impatto sulle performance, se puoi sapere che piano di manutenzione preventiva serve, se puoi ricavarci anche un’analisi dei dati del campo (IOT) e fornire un servizio puntuale e verificabile dagli utenti in tempo reale.

E’ un buon BIM se lo dice il procurement del costruttore, l’installatore dell’impianto di raffrescamento, il manutentore che deve intervenire per un guasto all’impianto elettrico senza averlo fatto o il consulente che deve generare un certificato di conformità per il piano nazionale
sismico.

Un buon BIM non lo decidono le linee guida di una norma, lo decidono la qualità e la fruibilità delle informazioni per tutti gli operatori del settore. Quindi perché parliamo tanto di CAD3D e poco di Data Base, di dove memorizzare e come visualizzare e completare un modello BIM?

Per chiudere in una frase sintetica: un buon BIM è quello che viene utilizzato dopo la fase di progettazione.

 

Valerio Castelnuovo – CEO Systema

 

 

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