29 Giu Autodesk Forge, la piattaforma di sviluppo per il “Future of Making Things”
Alla fine dello scorso anno Autodesk ha annunciato la creazione di una nuova piattaforma basata su cloud – Forge appunto – dedicata agli sviluppatori di applicazioni cloud-based per la progettazione e il design. A supporto, un fondo di investimento di 100 milioni di dollari atto ad aiutare coloro che si impegnano a sviluppare queste applicazioni.
L’ecosistema di Forge comprende una serie di APIs (Application Program Interface) e SDKs (Software Development Kit) che rendono possibili lo sviluppo delle più svariate app, da quelle per la visualizzazione e la presentazione di modelli 3D, a quelle che trasformano le immagini 2D in modelli 3D. In sostanza Forge stabilisce i collegamenti fra le tematiche di progettazione, ingegneria, visualizzazione, collaborazione, produzione e workflow, sviluppando quello che Autodesk chiama “Future of Making Things“.
Dal suo annuncio – che risale a dicembre 2015 – la piattaforma Forge è in continua evoluzione. Tra i più importanti aggiornamenti effettuati negli ultimi tempi, c’è sicuramente l’integrazione dell’ecosistema di stampa 3D Autodesk Spark: questo cambiamento è rappresentativo del nuovo approccio che Autodesk sta tenendo nei confronti del settore manifatturiero.
AUTODESK SPARK
La piattaforma Autodesk Spark è stata creata nel 2014 con l’intenzione di portare un po’ di innovazione nel mondo della stampa 3D. Grazie alle APIs gli sviluppatori hanno potuto creare numerose applicazioni sulla preparazione, la gestione e la messa in opera della stampa 3D (ad esempio app per la preparazione di modelli 3D adatti alla stampa 3D, per costruire gallerie online di modelli 3D e per la stampa in 3D immediata tramite app o website).
Spark ha rappresentato la prima “incursione” di Autodesk nel 3D printing, seguito dalla prima stampante, Ember.
Con la creazione di Forge, Autodesk ha deciso di convogliare al suo interno Spark, mentre le APIs per il 3D printing sono state rese disponibili nel portale generale degli sviluppatori (https://developer.autodesk.com/).
IL FUTURO DI AUTODESK FORGE
Questi segnali di integrazione da parte di Autodesk, dimostrano che la softwarehouse si sta spostando sempre di più verso una visione olistica della progettazione in campo manifatturiero.
Ulf Lindhe – a capo dello sviluppo dell’additive manifacturing, in Autodesk dopo l’acquisizione di Netfabb- e Mark Forth – Manager Industry strategy e sviluppo di Business a bordo della softwarehouse dopo l’acquisto di Delcam – hanno elaborato su questo concetto un approccio strutturato. Il software Netfabb per la preparazione alla stampa, è pesantemente utilizzato per riparare i file e generare strutture ottimizzate per la stampa 3D. Delcam ha una lunga storia nello sviluppo dei software per il settore manifatturiero, per la metrologia, l’ispezione e la fresatura.
Secondo Lindhe e Forth, non importa con che metodi vengano prodotti gli oggetti, se con l’additive manufacturing o altro: ciò che conta è progettare e produrre oggetti migliori con le migliori tecniche e tecnologie. Per far sì che questo sia possibile, Autodesk ha pensato di incorporare tutti i suoi software in un unico workflow.
“Al momento abbiamo i singoli prodotti che stanno iniziando a comunicare tra di loro, ma col tempo l’idea è quella di creare un unico workflow di lavoro integrato” dichiara Forth. E aggiunge “Uno dei modi per ottenerlo è quello di capire esattamente qual è il workflow tipo dei nostri utenti. Poi, a partire da questa prospettiva, possiamo cominciare a migrare i prodotti desktop nella piattaforma Forge. Successivamente la piattaforma Forge verrà integrata in Fusion.“
Forth dichiara inoltre “Al momento Fusion si trova nella fase entry level come soluzione basata su cloud. Infine tutti i prodotti desktop funzionali ed apprezzati in maniera autonoma verranno fusi per creare un workflow e una user experience migliore. “. Ovviamente non è dato di sapere quali possano essere i tempi perchè questa trasformazione venga portata a termine.
PROGETTARE L’INNOVAZIONE
Lindhe e Forth hanno portato ad esempio il motore di Formula Uno realizzato con la stampa 3D per Toyota per sottolineare quanto importante sia il prodotto finale rispetto al modo in cui il prodotto viene fatto. Le aziende possono progettare per la stampa 3D con il solo scopo di mostrare l’adozione di una tecnologia nuova. D’altro canto il loro approccio per disegnare la parte o il prodotto potrebbe semplicemente limitarsi a prendere i componenti già esistenti, tipicamente costruiti con una colata di metallo, e commissionarli ad un centro servizi per la stampa 3D.
Nel caso del motore prodotto attraverso il 3D printing secondo questo modo di vedere Lindhe spiega che “La progettazione viene studiata per la colata. Il peso del motore è di 5 kg, garantisce un certo numero di cavalli di potenza. Ci vogliono circa 90 ore per stamparlo in 3D“. In questo caso la parte costerebbe, con la stampa 3D, circa 10 volte tanto crispetto alla colata tradizionale e l’azienda non ne trarrebbe nessun beneficio. Risultato: l’azienda non sceglierebbe mai la stampa 3D per produrre il manufatto, non traendone alcun vantaggio.
Le cose cambiano se la parte è ottimizzata per l’additive manufacturing già dalla fase di progettazione. Lindhe fa quindi un paragone dello stesso motore studiato e progettato appositamente per il 3D printing ed afferma che così prodotto “il motore pesa 2 kg con un’area di raffreddamento ampliata, il che rende migliori le performance del prodotto. In gara la macchina risulterà quindi più leggera, con un maggior numero di cavalli e più veloce, circa di un secondo ogni giro.” Ed aggiunge “Quando si è utilizzato l’approccio di ottimizzare il progetto per l’additive manufacturing, i tempi di costruzione si sono drasticamente ridotti da 90 a 4-5 ore per la stampa, con un minor numero di materiale e con una riduzione dei costi pari al 40%“.
A seconda dei casi, la progettazione per la stampa 3D può essere più o meno costosa rispetto ai metodi tradizionali, ma l’innovazione ottenuta può valere molto di più rispetto a qualsiasi costo aggiuntivo. Conclude Lindhe “Costi e qualità sono meno importanti rispetto all’innovazione, che diventa quindi il vero vantaggio competitivo”.
FORGIARE IL FUTURO
Al recente Forge Devcon (https://forge.autodesk.com/devcon-2016 la conferenza Autodesk tenutasi lo scorso 15-16 giugno in cui è stata spiegata la filosofia di Forge, i dettagli sulla tecnologia e sono state mostrate alcune interessanti case history di aziende che utilizzano con successo la piattaforma), Autodesk ha annunciato (http://news.autodesk.com/press-release/corporate-sustainability/autodesk-announces-new-developer-offerings-and-investments-fu) l’introduzione di nuovi strumenti sulla piattaforma:
Viewer: questa APIs permette la visualizzazione di file di progettazione 2D e 3D da oltre 50 formati di file, sia via web che mobile. In più si ha la possibilità di commentare, sottolineare e misurare all’interno del visualizzatore.
Model Derivative API: l’API traduce i file di progettazione da un formato a un altro, li prepara per la visualizzazione online ed estrae dati geometrici.
Design Automation API: consente agli sviluppatori di eseguire gli script di AutoCAD (come convertire migliaia di file DWG in PDF) sul cloud, liberando in questo modo lo spazio sul computer dell’utente.
Autenticazione: questa API permette di autenticare ed autorizzare in maniera sicura gli accessi degli utenti e lavorare con le app per lo sviluppo.
Data Management API: consente di gestire i dati attraverso A360, Fusion 360, BIM 360 Docs e i servizi storage nativi di Forge con un’unica interfaccia.
3D Print API per creare rapidamente soluzioni di stampa 3D personalizzate. Come detto prima, si tratta delle APIs relative a Spark, dirottate adesso sull apiattaforma Forge.
Reality Capture API traduce fotografie in dati 3D. Qualora le foto siano contraddistinte geograficamente, come quelle che provengono da droni, i dati comprendono la vista ortogonale geolocalizzata.
Per incoraggiare l’utilizzo di Forge, Autodesk ne permette un uso illimitato gratuito fino al 15 settembre 2016 (per ulteriori informazioni https://forge.autodesk.com/).
Sono stati anche annunciate le prime 3 società partecipate del fondo Autodesk Forge:
3D Robotics (3DR) è un produttore di droni che sta utilizzando la piattaforma Forge per sviluppare un sistema più affidabile per le operazioni di acquisizione e analisi dei dati per le industrie delle infrastrutture, costruzioni, telecomunicazioni ed energia.
Make time è una piattaforma di produzione online che gestisce macchine a controllo numerico (CNC) attraverso, tra gli altri, Fusion 360 e la piattaforma Forge (grazie alle APIs Data Management e Model Derivative)
Seebo fornisce una piattaforma Software as a Service (SaaS) per lo sviluppo di prodotti intelligenti per l’Internet delle cose (IoT) attraverso Fusion 360 e Fusion Connect.
Altre società sfruttano la piattaforma Forge per lo sviluppo di app, come simulationHub (https://www.simulationhub.com/knowledge-base/simulation-gallery) che permette la visualizzazione online di modelli di simulazione o Vrok-it (http://www.vrok.it/?session=s3PutZ) un’app per la collaborazione virtuale.
Per approfondimenti:
Articolo originale: http://www.engineering.com/3DPrinting/3DPrintingArticles/ArticleID/12469/What-is-Autodesks-New-Forge-Platform.aspx