04 Set Le obiezioni al BIM dell’Engineering
Secondo articolo sulle obiezioni al BIM: è la volta dell’Engineering. Si tratta dei nostri naturali interlocutori, gli attori che sono stati i pionieri del cambiamento verso il BIM e la digitalizzazione, quindi anche quelli tra i più predisposti, preparati ed operativi. Nello stesso tempo, però, anche i più critici a seguito di un approccio sbagliato, di esperienze negative, di scontro con la realtà del panorama di filiera.
SCHEDA RIASSUNTIVA SULL’ENGINEERING
Chi sono: studi di progettazione integrati, Architetto – impiantista, Ingegnere strutturista – che si occupano di progettazione dell’Opera, sulla base delle esigenze del Committente. Quando la progettazione viene svolta dall’impresa di costruzioni con competenze parliamo di General Contractor.
Attività e mansioni principali all’interno della filiera: le engineering si occupano operativamente della progettazione, ma svolgono – nella maggior parte dei casi – anche una funzione di gestione del workflow del progetto, del suo coordinamento, dei rapporti con la committenza e le terze parti specializzate ognuno per la disciplina di competenza. Qualora non definiti a livello superiore, si offrono come figure professionali BIM certificate (BIM Manager, BIM Coordinator, BIM Specialist e CDE Manager) richieste per la partecipazione alle gare pubbliche e servizi di Direzione Lavori.
Principali obiettivi ed esigenze: coordinamento efficiente con i diversi attori concorrenti al progetto, semplificazione e automatizzazione dell’operatività progettuale, risposta accurata a gare pubbliche, generazione di documenti di progetto più accurata.
LE OBIEZIONI
Abbiamo individuato tre principali obiezioni: non sono le uniche, ovviamente, ma dal nostro punto di vista possono rappresentare degli ottimi punti di partenza per affrontare alcune delle tematiche calde per questo attore della filiera.
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Il coordinamento tra discipline e professionisti non è così semplice e fluido come sulla carta.
E’ vero, ma non dobbiamo perdere di vista la prospettiva dalla quale guardiamo questa problematica. Esiste un collante fondamentale che permette di far dialogare in maniera sicura ed efficiente gli attori di un progetto e le discipline, raccogliendo in maniera intelligente la mole di dati prodotti da tutta la filiera, rendendoli accessibili. Questo collante è la piattaforma cloud su cui risiede il progetto che sta al centro del concetto di digitalizzazione. Collante che deve avere determinate caratteristiche, tra l’altro normate dall’ UNI EN ISO 19650-2.
La piattaforma deve essere in grado di permettere:
1.Creazione di un progetto
2.Gestione dei ruoli e dei permessi
3.Condivisione delle informazioni
La figura direttamente collegata alla fase di condivisione dei dati tra gli attori è il BIM Coordinator. Questa figura, oltre ad alcune importanti competenze a livello contrattualistico e tecnico, è fondamentale per le responsabilità legate alla gestione del progetto sotto questi aspetti:
- Coordinamento della modellazione informativa
- Supervisione alla produzione di un modello informativo
- Gestione riunioni di coordinamento multidisciplinare
Supporto al BIM Manager nella definizione di:
- Regole di interoperabilità e coordinamento
- Supervisione dei requisiti per infrastruttura HW e SW
Tra gli aspetti tecnici delle competenze di un BIM Coordinator, fondamentale la gestione formati aperti IFC, utili per far comunicare tra loro software di natura differente. In ottica di coordinamento e collaborazione anche questo è un elemento che aiuta a migliorare il workflow dei dati di progetto da un attore ad un altro.
Attraverso la piattaforma cloud – che andrà ovviamente scelta, settata e gestita in maniera intelligente secondo le specificità del progetto – e la professionalità del BIM Coordinator è possibile rendere più fluido il workflow dei dati e garantire l’accessibilità del progetto e dei suoi dettagli a tutti gli attori.
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Ci vuole troppo tempo per formarsi a discapito del quotidiano e a livello operativo i benefici si vedono troppo a lungo termine. Per adeguarmi ai diversi committenti dovrei acquistare troppe soluzioni software di authoring. In più i software hanno ancora dei limiti e richiedono ancora operatività rispetto alle aspettative. In ultimo ogni committente ha un suo standard, e non sempre riusciamo ad adattarci alle esigenze di tutti i clienti.
Per rispondere partiamo da un quesito: adottando il BIM e il digitale è possibile utilizzare un metodo che permetta di lavorare in maniera efficiente e veloce?
Per noi la risposta è SI.
E’ fondamentale per l’engineering definire uno standard di progettazione o meglio prepararla allo standard richiesto – eventualmente – dalla committenza. Di importanza basilare è la creazione di template di progetto che fanno riferimento ai vari disciplinari, al coordinamento, alle famiglie. Utilizzandoli come base di partenza ho già all’interno alcune informazioni ad esempio sugli oggetti, sulle tavole, viste, piante, sezioni già codificate.
Esistono poi alcuni automatismi – come il nostro applicativo Revit CBIM – che da’ la possibilità di verificare e gestire questo standard attraverso il controllo dei parametri e della codifica, permettendo quindi di velocizzare alcune procedure di progettazione time-consuming. E’ possibile inoltre effettuare un controllo delle geometrie attraverso un calcolo delle interferenze tra i diversi modelli – architettonico, impiantistico, strutturale etc.. – utilizzando Autodesk Navisworks ed esportando un rapporto sulle interferenze.
E per imparare a fare tutto questo?
Ovviamente è necessario un approccio ragionato al digitale. Partire dagli obiettivi e attraverso la loro condivisione con un partner qualificato, farsi consigliare un percorso a step che comprenda le tecnologie migliori (o la migliore integrazione di quelli esistenti), di un percorso di training on the job attraverso un progetto pilota da cui partire e sulla base di quello creare uno standard BIM di riferimento. Questo è l’approccio che normalmente abbiamo con i nostri clienti.
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Pochi committenti mi chiedono il progetto in BIM, e spesso quei pochi hanno le idee confuse sulla richiesta e quindi l’effort economico è quello di una progettazione standard perché dovrei investire?
E’ importante trasmettere e comprendere il valore del BIM all’interno della filiera: solo in questo modo verrà visto non come un costo, ma come un investimento con un reale ritorno e benefici.
Se vogliamo il BIM è un differenziatore in fase di offerta e pre-vendita – anche perché il suo valore percorre tutta la filiera fino al facility management- indipendentemente che sia richiesto dalla committenza o meno.
Infatti come già detto attraverso la piattaforma cloud è possibile coinvolgere in maniera semplice e diretta il committente – ma anche altri stakeholder – nelle diverse fasi del progetto, permettendo l’accesso alle informazioni, alla schede tecniche, ai ticket di manutenzione etc.. Ad esempio attraverso la nostra APP G@iger è possibile gestire attraverso smartphone i progetti attraverso alcune funzionalità come generare report, visualizzare il modello 3D, tavole, schede etc..
Esiste poi un altro aspetto tra i motivi per cui bisognerebbe investire nel digitale.
Perchè privarsi di una fetta di mercato di committenti che richiede obbligatoriamente il progetto in BIM o comunque prevedono come criteri premiali di gara l’utilizzo di piattaforme di interoperabilità?
Ogni professionista dovrebbe riflettere su questo aspetto non secondario legato all’adozione del digitale.
CONCLUSIONI
- I professionisti dell’engineering sono gli attori più inclini a comprendere i benefici della digitalizzazione e l’importanza di utilizzare un dato univoco e standardizzato per tutta la filiera: è importante si facciano promotori dell’adozione e che riflettano sul ritorno degli investimenti legato ad essa. Si tratta di vendere la propria professionalità ai clienti estendendo la proposta di servizi offerti.
- Il Digital Twin rappresenta per l’engineering un’importante differenziatore di mercato, soprattutto se correttamente impostato e gestito.
- Il BIM permette di velocizzare la progettazione, soprattutto se abbiniamo ai software in mercato degli applicativi che automatizzano alcune procedure. Sotto questa prospettiva il tempo impiegato per training e impostazione di standard e template rappresenta un investimento, non un costo.
- La piattaforma di condivisione del progetto rappresenta uno strumento fondamentale per l’engineering che spesso si occupa del coordinamento del progetto fra i vari attori. Le potenzialità della piattaforma vanno oltre diventando il veicolo per proporsi con nuovi servizi al mercato, visto la capacità di condividere i dati progettuali a tutta la filiera.
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